9 foto, 9 copertine, adagiate sull’erba, abbandonate in riva al mare, appese ad asciugare, dimenticate su uno scoglio, tra lisci sassi grigi… solo una non è sola tra la natura, ma tenuta tra le mani da una donna.
Le riviste sono STAR, NOVELLE FILM, FOTOGRAMMI, CINE ILLUSTRATO, tra il 1942 e il 1958, seconda guerra mondiale e dopoguerra, tempi duri e ripresa. Sono gli anni in cui il cinema e le sue dive arrivano da oltreoceano: tutte bellissime e irraggiungibili.
Anche la spagnola Paquita Rico e la diva nostrana, l’italianizzata Assia Noris, moglie di Camerini e interprete di pellicole celebri accanto a Vittorio De Sica, non sono da meno.
Le Italiane di allora, sia quelle che andavano al cinema, sia quelle che non potevano andarci, sognavano così con una rivista tra le mani, si ispiravano alle immagini delle attrici, di cui copiavano acconciature e trucco, non molto diversamente da oggi direi; allora però era tutto più irraggiungibile e fantastico agli occhi delle persone normali che non si sognavano minimamente di diventare divi loro stessi, ma si accontentavano giusto di assomigliargli un po’.
Immagini splendide, altrettanto finte e costruite, o come si direbbe in gergo photoshoppate, di quelle di oggi, allora ritoccate e colorate a mano, comunque sempre alterate e mai semplici e naturali, sempre sofisticate ed eleganti, al massimo osé ma mai volgari. Le foto di Nicolò sono un omaggio al cinema innanzitutto (vedi il lavoro sempre in pellicola dell’artista e la cornice di celluloide dei singoli scatti in questione) e alla bellezza femminile nella sua essenza.
Alcune foto sono calme e malinconiche, alcune le ho trovate attraversate da un’elegante e sottile ironia, lo scatto in cui abbiamo Gene Tierney in copertina, racchiude l’essenza del lavoro di Nicolò, che dichiara essere sempre l’essere umano il centro della sua ricerca: una donna di cui non vediamo il volto, tiene tra le mani la rivista, e l’immagine della splendida attrice americana (ma con una vita dalle tinte tragiche e drammatiche) si sovrappone e copre quello della lettrice.. ecco fatto!
Ma è solo un’illusione, mi piace pensare, che altre tante donne comuni e semplici, letta la rivista, sognando per pochi minuti di essere “altre”, abbiano poi abbandonato, lasciato, dimenticato quelle riviste per tornare alle loro semplici vite, sorridenti e con un sogno nel cuore.
Elda Alvigini
Elda Alvigini, testo critico in “Enrico Nicolò, Dive di carta, icone in celluloide (già in “Rivista Abruzzese – Rassegna Trimestrale di Cultura”, anno LXVII, n. 4, pagg. I-XVI, ottobre-dicembre 2014), Rivista Abruzzese Editrice, Lanciano (Chieti), dicembre 2014”, pag. 5.