Un grande squarcio di luce irrompe,
e tumultuose nubi aprono i cieli:
un nuovo giorno impone la sua cifra.
C’è un uomo… una grande ombra bianca d’uomo…
i suoi passi segnano orme indelebili
lungo i deserti, tra le rocce… tra gli uomini.
Si presenta così, immagini in bianco e nero,
l’itinerario fotografico di Enrico Nicolò,
lettore di infinito, narratore di poesia.
C’è un uomo… al Centro della scena
e occupa lo spazio della Storia,
ha un nome e un Credo: Gesù.
“Sgridò i venti e il mare”
e trascinò i suoi discepoli nell’ardua impresa
di costruire il Regno dello Spirito.
La sequela delle foto ricostruisce questa parabola
assoggettando luoghi, monti ed acque cari all’autore
a scenografie efficacemente essenziali.
Così, i riferimenti alle barche dei pescatori,
al mare in tempesta, agli ulivi dell’orto:
silhouette e penombre che sfumano i contorni.
C’è un uomo che traspare, quasi a negarsi,
indistinto tra figure d’uomini indistinti,
… perché ciascun uomo possa identificarsi.
Non è azzardato definire questo affresco fotografico
il puzzle della nostra vita incompiuta
che reclama la Via la Verità la Vita.
Dove eravamo quando Gesù predicava alle folle,
e dove, quando attraversava Gerusalemme,
o placava le onde, o guariva i malati…?
Siamo stati pesci abbondanti nelle reti di Pietro,
e cibo per sfamare i fratelli,
… ma Giuda nel momento della paura.
“La terra si scosse, le rocce si spezzarono”:
le foto richiamano bruscamente il momento,
talento e maestria inchiodano la visione.
Per amore degli uomini Lui offrì il suo corpo
e lasciò a noi la sua anima e lo Spirito Divino…
poi camminò di nuovo con noi verso Emmaus.
Ora le immagini ci accompagnano
verso un nuovo chiarore… come in un libro miniato…
ricco di antichi dagherrotipi.
Dante Fasciolo
Dante Fasciolo, “Sgridò i venti e il mare”. Affresco fotografico, in “Enrico Nicolò, Sgridò i venti e il mare – Intuizioni di immagini dai Vangeli, Palombi Editori, Roma, 2013”, pag. 82.